L’INTERRUZIONE DELLA MATERNITA’ (ABORTO-INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA). UNA CATASTROFE PERSONALE PSICO-SOCIALE E INTERGENERAZIONALE

Estratto da  Giuseppe R.Brera   Il tempo di Ulisse e di Penelope-Milano; Università Ambrosiana. 2004

3.1.  L’interruzione della maternità : una catastrofe personale psico-sociale ed intergenerazionale

 

Le cause di un’alterazione della qualità delle cure materne derivanti da tutti gli eventi traumatici di natura psico-biologica ed endocrina, scelti dalla madre o subiti, hanno come risultato un’alterazione della qualità del legame affettivo con il bambino a causa di un’alterazione dello stato psicobiologico della donna. L’aborto indotto o “terapeutico” appare essere la prima causa di un grave danno alla struttura psico-biologica della donna. In primo luogo questi danni si verificano  attraverso le reazioni di lutto conscie ed inconscie ed i meccanismi di difesa che si instaurano dopo l’interruzione della maternità che corrispondono ad una tempesta endocrina.[1] [2] Studi longitudinali collegano i disturbi dell’attaccamento alle conseguenze di una precoce attività sessuale: gravidanze, controllo delle nascite, malattie a trasmissione sessuale.[3]

 

C’è una evidenza clinica, e rilievi statistici di reazioni psicotiche, problemi comportamentali nella donna [4] [5] [6] [7] [8] [9]  e suicidio [10], pulsioni e immaginazione omicida nei confronti dei figli presenti nella famiglia, [11] [12] dopo uno o più aborti procurati. Vi sono cambiamenti nella percezione delle relazioni coniugali a livello interpersonale e sessuale[13]  Il tasso di suicidio delle donne in Finlandia aumenta da 5,9/100.000 dopo la maternità a 34,1/100.000 dopo l’aborto volontario e/o terapeutico. Ciò significa che una donna che il rischio  di suicidio attribuibile all’aborto è  28,2 . Un dato spaventoso !  Un importante e recentissimo studio longitudinale sulle sequele psichiatriche,  con certezza conferma i dati clinici. e le ricerche precedenti in materia.    Su un campione di 56. 741 ricoverate per cure psichiatriche l’aborto raddoppiava il rischio di ricoveri per reazioni di adattamento, episodi psicotici depressivi singoli e ricorrenti, e triplicava il rischio di ricoveri per disturbi bipolari maniaco depressivi [14](Reardon D,C e aa 2003). Questo può essere l’anello patogenetico che lega l’aborto a gravi alterazioni nella qualità del rapporto con gli altri bambini presenti e futuri e la coppia [15]perpetrando alterazioni della qualità del rapporto genitori figli. In età adolescenziale, allo stesso modo, perpetra alterazioni della qualità dei legami affettivi oltre ad aumentare  il rischio d’altri aborti. E stato, infatti, dimostrato che se non vi siano interventi preventivi, quali ad esempio il counselling per risolvere le dinamiche di lutto e colpa, le alterazioni dei legami affettivi si trasmettono di generazione in generazione: è possibile dire che le colpe delle madri e dei padri ricadono sui figli.[16]

L’aborto indotto e l’aborto “terapeutico” per motivi eugenici sono una gravissima minaccia per salute mentale della donna e delle relazioni dentro la famiglia agendo prospetticamente sul piano relazionale e sociale come un grave fattore di rischio per la rottura della famiglia, gli abusi, i maltrattamenti e il consumo di droga in età adolescenziale e in età adulta. [17] Una ragazza che abortisce una prima gravidanza ha un rischio di  cinque volte superiore di una ragazza che partorisce di divenire tossicomane e quattro volte di più rispetto ad una ragazza che perde il bambino per cause naturali. La qualità delle relazioni famigliari con gli altri figli determinando delle conseguenze negative sul loro sviluppo psicologico.[18],[19]

L’abortismo volontario nelle adolescenti italiane nel 2000 ha avuto un tasso d’incidenza medio per 1000 donne  tra 15-19 anni di 7 (Nord 7, 4-Centro 8,3-Sud 6,2)  di 14.2 tra 20-24 anni ( Nord 13,5-Centro 16,2-Sud 12,9 );  di 13,5 tra  25-29 anni ( Nord 13,5,- Centro 16,2-Sud 12,7)  Ciò significa che solo tra 15-19 anni 9729 ragazze hanno perso  volontariamente il loro bambino e hanno ricevuto un danno permanente con maggiori rischi comportamentali e relazionali. Il tasso di abortività volontaria generale ammonta a 315,2 per 1000 donne. Purtroppo è documentato  che le adolescenti che abortiscono hanno più probabilità di rimanere in stato di gravidanza rispetto alle ragazze che partoriscono.[20], già ben documentato in studi precedenti anche per donne adulte[21] e che questo fenomeno è direttamente correlato a problematiche importanti nell’ambiente familiare e al rapporto con ragazzi  che allo stesso modo hanno sperimentato problemi famigliari ( presenza di devianti in famiglia , abusi sessuali etc) Il rischio che un ragazzo con un trascorso di problemi famigliari di provocare una gravidanza che terminerà in un aborto è molto alto (2,5) rispetto a ragazzi con storie familiari senza problemi. [22],[23]

Il puzzle del danno da abortismo è inconfutabile ed evidenzia una serie di effetti che a cascata interconnettono diversi fenomeni distruttivi perpetrandoli intergenerazionalmente a livello comportamentale, psico-biologico e clinico. In sintesi l’aborto causa un grave rischio di condotte autolesive nell’adolescenza quali il consumo di droga e aumenta la probabilità di comportamenti sessuali precoci e nuove gravidanze con un alto tasso d’abortività che perpetua questi fenomeni in circolo vizioso Questi effetti sono con molta probabilità generati da un disturbo dell’attaccamento, causato in circolo vizioso, da questi stessi fenomeni.[24] Le alterazioni psico-biologiche che si manifestano con differenti sintomi clinici, quali la depressione post-abortiva, oltre a creare  anche un rischio di suicidio , perdurando nel tempo, alterano la qualità delle cure materne primarie nella prole presente al momento dell’evento o con quella successiva e causano un disturbo dell’attaccamento e corrispondentemente degli effetti neurobiologici che producono conseguenze sul piano emotivo e cognitivo nel bambino, aumentando il rischio di problemi scolastici, dispersione scolastica, iniziazione e consumo di droga e comportamenti sessuali precoci. Sul piano familiare è infatti documentato un maggior rischio di abusi e maltrattamenti in bambini di madri che abortiscono con conseguenze evolutive negative sullo sviluppo emotivo e cognitivo.[25]

Nelle donne che abortiscono inoltre, studi epidemiologici importanti su meta-analisi  documentato il rischio di un aumento della probabilità di cancro alla mammella (1,2) e di successivi parti pre-termine  oltre  ai citati disturbi mentali, in particolare la depressione.( Thorp JM Jr, Hartmann KE, Shadigian E. 2003) [26]L’omissione di informazione da parte dei medici di famiglia e dei ginecologi, quando una donna esprima una volontà abortiva, oggi può configurare un reato penale.[27]

La problematica etica che è legata all’aborto non può essere affrontata con pre-giudizi ideologici. L’uccidere un essere umano, cosa che accade oggi quotidianamente nelle istituzioni ospedaliere degli stati dove questo è lecito,, è un paradosso delle società  democratiche che entrano in profonda contraddizione: chi infatti può avere il diritto  solo  di discutere della vita di un altro essere umano, se non in uno stato totalitario, in cui i diritti sono stati conculcati [28]?

Vi sono medici, che con il consenso dell’istituzione, oggi quasi quotidianamente fanno a pezzi degli esseri umani ( non è un’allegoria) e sono a rischio per la loro stessa salute mentale e quella dei loro cari, con una maggior probabilità di errori professionali a danno dei pazienti, quando saltano dei meccanismi di compenso psicologico. Essi stessi come le donne sono in un circolo vizioso tra depressione e elaborazione schizo-paranoidea.

Oggi, un medico competente, abile al counselling, di fronte ad una volontà abortiva, può motivare una donna alla maternità e questo è maggiormente è possibile con le adolescenti o le giovani. Chi ha avuto esperienza clinica, e ha visto le conseguenze catastrofiche sulla salute mentale di un aborto su delle giovani sa che questo lavoro è possibile, con i metodi opportuni. Esiste inoltre l’emergenza della prevenzione dei danni psichici post abortivi, per impedire le coazioni a ripetere. Questo è possibile con una forma di counselling specifico fatto da professionisti ben preparati.

 

[1] Mitra J, Mondal A, Khara BN, Chandra De R. Menstrual disorder after medical termination of pregnancy.  Menstrual disorder after medical termination of pregnancy. J Indian Med Assoc. 1984 Jan;82(1):4-6.

 

[2] Sotnikova EI. Short and long-term results of pregnancy termination by different methods  Acta Med Hung. 1986;43(2):139-43.

 

[3] Serbin L.A.Peters, MC Affer,VJ and  Swchrtzman AE : Childhood aggression and withdrawal as predictors of adolescent pregnancy early parentwood, and environmental risk fort the next generation. Canadian Journal of Behavioural  Science,23 318-31.

[4] Ashton JR. The psychosocial outcome of induced abortion. Br J Obstet Gynaecol. 1980 Dec;87(12):1115-22.

[5] Brera G.R. La scelta di abortire, motivazioni e sequele psichiche. Amici per la vita. 1981

 

[6] Brera G. R. Negative psychological sequelae and psychiatric sequelae of abortion obtained in a hospital: possible application of an evaluation scale] Minerva Psichiatr. 1983 Jan-Mar;24(1):19-24.

[7]Cougle JR, Reardon DC, Coleman PK. Depression associated with abortion and childbirth: a long-term analysis of the NLSY cohort. Med Sci Monit. 2003 Apr;9(4):CR105-12.

 

[8] Barnett W, Freudenberg N, Wille R. Regional prospective study of psychiatric sequelae of legal abortion Fortschr Neurol Psychiatr. 1986 Apr;54(4):106-18.

[9] Reardon DC, Cougle JR, Rue VM, Shuping MW, Coleman PK, Ney PG. Psychiatric admissions of low-income women following abortion and childbirth CMAJ. 2003 May 13;168(10):1253-6.

 

[10] Gissler M, Hemminki E, Lonnqvist J. Suicides after pregnancy in Finland, 1987-94: register linkage study. BMJ. 1996 Dec 7;313(7070):1431-4.

[11]  Brera G. R.  Un caso di  pulsione infanticida risolto in psicoterapia dopo la rivelazione di un aborto indotto     Comunicazione scientifica  non pubblicata , Milano  2001

 

[12] Bosio M. Paura di uccidere ….un bambino. Atti del Congresso Internazionale:” Young People and Values “Assisi-Italy , 23-25 Ottobre 2003

 

[13] Swanson KM, Karmali ZA, Powell SH, Pulvermakher F. Miscarriage effects on couples’ interpersonal and sexual relationships during the first year after loss: women’s perceptions. Psychosom Med. 2003 Sep-Oct;65(5):902-10.

[14] Ibidem 18

[15] Bakermans-Kranenburg MJ, Schuengel C, Van Ijzendoorn MH. Unresolved loss due to miscarriage: an addiction to the Adult Attachment Interview. Attach Hum Dev. 1999 Sep;1(2):157-70.

[16] Gloger-Tippelt G. Transmission of binding over generations-contribution of the Adult Attachment Interview] Prax Kinderpsychol Kinderpsychiatr. 1999 Feb;48(2):73-85

[17]Reardon DC, Ney PG. Abortion and subsequent substance abuse. Am J Drug Alcohol Abuse. 2000 Feb;26(1):61-75.

[18] Coleman Priscilla K, Reardon David C, Cougle Jesse. The quality of the care-giving environment and child developmental  outcomes associated with maternal  history of abortion using NLSY data.Journal of Child Psychology and Alied Disciplines. Vol 43 (6) Sep. 2002 (pp 743-757)

 

[19] Mc Carty Maggie Rose. Gender Differences in reaction to perinatal loss a qualitative study of couples California school of professional psychology – San Diego. Dissertation n AA/3023437

 

[20] Oliveira C.M,Bayley P.M.,Bezerra M.F. Adolescent Pregnancy 1 year later: the effect of abortion vs motherhood in Northeast Brazil, Journal of Adolescent Health. Vol 29 (3). Sep. 2001 : 232-233

 

[21] Brera G.R. La scelta di abortire, motivazioni e sequele psichiche. Edizioni Coop. Amici per la vita   1981

 

[22] Hillis SD, Anda RF, Felitti VJ, Marchbanks PA Adverse childhood experiences and sexual risk behaviors in women: a retrospective cohort study. Fam Plann Perspect. 2001 Sep-Oct;33(5):206-11.

 

[23] Anda RF, Chapman DP, Felitti VJ, Edwards V, Williamson DF, Croft JB, Giles WH Adverse childhood experiences and risk of paternity in teen pregnancy. Obstet Gynecol. 2002 Jul;100(1):37-45.

[24]  Ibidem 11

[25] Gajowy M, Simon W. [Child abuse, neglect and pregnancy losses–combination and its psychological sequel]
Psychiatr Pol. 2002 Nov-Dec;36(6):911-27.

 

[26] Thorp JM Jr, Hartmann KE, Shadigian E. 2003) Long-term physical and psychological health consequences of induced abortion: review of the evidence. Obstet Gynecol Surv. 2003 Jan;58(1):67-79.

 

[27] Il problema offre la possibilità di considerazioni disgustose sull’ignavia e l’ipocrisia presenti nel mondo sanitario. Dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici, che nel 1981, senza discussione, ha rimesso alla “legge dello stato” un codice di deontologia professionale  di 2500  anni, ai “dirigenti di secondo livello” (ex primari) che magari obiettori, fanno assumere condizionatamente a questa pratica omicida il giovane medico, che accetta pur di lavorare, agli assessori regionali alla sanità, ai vari ministeri della sanità, che chi più, chi meno si adatta allo statu quo, vediamo un puzzle polimorfo di assenza  o di confusione etica e di ignoranza sugli effetti di tali pratica sulla donna.

Per quanto riguarda gli  argomenti soliti tanto ideologici, quanto logicamente deboli, del porre l’aborto istituzionale come preveniente della clandestinità, come è noto, il fenomeno esiste ancora. Una legge che rende illecito  un omicidio  o  lo rende lecito non implica infatti che venga rispettata., fatto che appartiene al libero arbitrio.  Non si dovrebbe dunque togliere un semaforo ad un incrocio, perché questo non implica il fatto che venga rispettato ma rende più probabile il prevenire gli incidenti. In questo caso se il senso del diritto è tutelare i diritti naturali dell’uomo, e primariamente il diritto di nascere e di vivere, se il diritto non tutela la libertà, uccide se stesso, negandone il significato e nega il senso stesso di una democrazia fondata sul diritto.

La verità scientifica sugli effetti di tale pratica omicida documenta l‘esistenza di effetti catastrofici di questo omicidio, sulla salute della donna, sulla famiglia e su tutta la società anche a livello economico e che paghiamo tutti.

La socio-analisi degli effetti dell’aborto  mostra che iI sensi di colpa rimossi  chiedono una catarsi e si trasformano in violenza sociale o si rivolgono contro il soggetto che li vive provocando  depressione. Nel primo caso la sommatoria provoca dei veri fenomeni di violenza di  massa, spesso travestiti da motivazioni diverse ( sport-politica-guerra), nel secondo caso invece il fenomeno più evidente e ben documentato è la droga. Maltrattamenti ed abusi sessuali sui minori rientrano nella prima dinamica. La tendenza ad una attività sessuale non responsabile in ragazze e donne che hanno abortito, si può spiegare come un desiderio di riparare, una forma di psicoterapia ad una depressione che poi spesso terminerà in un altro aborto, se non c’è stato un cambiamento profondo psicologico ed etico.

Con queste conoscenze scientifiche, e prima di tutto, per il rispetto della vita dell’altro ( non è necessario un discorso religioso), non intervenire fermando il fenomeno e prevenendolo è una grave omissione, che danneggia tutti.

Le ricerche mostrano che gli aspetti economici possono essere una concausa della scelta abortiva ormai fatto culturale, in quanto la legge  ha  creato delle possibilità di scelta. Tra alcune ragazze e alcune donne c’è ormai un diffuso delirio di onnipotenza: una volta madri si pongono il “problema”: lo tengo o non lo tengo” ?

Il problema ha conseguenze anche economiche. Non è un caso che l’Irlanda, dove l’aborto non è lecito, sia il paese europeo che ha avuto negli ultimi 10 anni il maggior incremento del PIL  pro-capite. I bambini  infatti  portano con sé il nuovo, l’entusiasmo creativo il desiderio di costruire un futuro migliore e dunque un maggior spirito di laboriosità oltre che ad avere “un indotto” proprio alla loro età.

 

 

 

 

[28]  Brera G. R. Atti del convegno “ Libertà e diritto di vivere” Milano 1982,  Medicina e Psiche- Anno I vol I°, 1984